GIARABUB

 

Ricade in questo periodo l’anniversario della lunga battaglia tra le truppe italiane ed inglesi intorno all’Oasi di Giarabub.

Purtroppo tra le tante cose che si ricordano e si commemorano, pochi, e praticamente quasi mai le Istituzioni,  si ricordano dell’epica resistenza che i nostri soldati opposero alle meglio equipaggiate, meglio fornite e più supportate, anche dall’aria, truppe inglesi e australiane.

Per mesi nulla potettero,  né la superiorità dei mezzi, né gli inviti alla resa da parte dei britannici.

Gli iniziali 1300 uomini, ridottisi man mano a meno di 200, al comando dell’eroico colonnello Castagna, resistettero per mesi, con sacrifici di ogni genere, con accorgimenti  impensabili ed eroici, come ad esempio montare sui pochi automezzi a disposizione alcuni cannoni e mitragliatrici, così da creare colonne celeri motorizzate e armate, per far fronte ad eventuali attacchi da parte di autoblindo o mezzi corazzati.

Alla fine dovettero cedere, ma ebbero l’onore delle armi da parte degli inglesi, che  riconobbero lo spirito di sacrificio ed il valore dei nostri soldati splendidamente coadiuvati  anzi, direi integrati   dagli Ascari, soldati eritrei ed arabi che mi piace chiamare “nostri” soldati.

Il tenente colonnello Castagna (era stato promosso sul campo qualche giorno prima per merito di guerra), ferito al capo, fu prima portato in un ospedale inglese in Palestina e, dopo la guarigione, in un campo di prigionia in India, presso Bombay, dove passò sei anni prima di essere rimpatriato.

 

Un ricordo di questi valorosi si ebbe da parte del Parlamento italiano solo nel 1950 e poi sembra più nulla.

 

Noi vogliamo ricordarli con la canzone che ne celebrò il valore

 

LA CANZONE DI GIARABUB
Inchiodata sul palmeto – veglia immobile la luna
a cavallo della duna – sta l’antico minareto.
Squilli, macchine, bandiere, – scoppi sangue … Dimmi tu
che succede cammelliere? – E’ la sagra di Giarabub!

Colonnello, non voglio pane, dammi
piombo pel mio moschetto
c’è la terra del mio sacchetto
che per oggi mi basterà.

Colonnello, non voglio l’acqua, dammi
il fuoco distruggitore
con il sangue di questo cuore
la mia sete si spegnerà.

Colonnello, non voglio il cambio,
qui nessuno ritorna indietro
non si cede neppure un metro
se la morte non passerà!”
Spunta già l’erba novella – dove il sangue scese a rivi…
Quei fantasmi in sentinella – sono morti, o sono vivi?
E chi parla a noi vicino? – Cammelliere, non sei tu?
– In ginocchio, pellegrino: – son le voci di Giarabub!

Colonnello, non voglio pane, dammi
piombo pel mio moschetto
c’è la terra del mio sacchetto
che per oggi mi basterà.

Colonnello, non voglio l’acqua, dammi
il fuoco distruggitore
con il sangue di questo cuore
la mia sete si spegnerà.

Colonnello, non voglio il cambio,
qui nessuno ritorna indietro
non si cede neppure un metro
se la morte non passerà!”

Colonnello non voglio encomi,
sono morto per la mia terra…
Ma la fine dell’Inghilterra
Incomincia a Giarabub!!!

I DISTINTIVI DELLL’U.N.C.-R.S.I.

di Marco Lamis

L’U.N.C.-R.S.I. si costituì aggregando un pletora di associazioni combattentistiche, d’Arma e di reparto, che si sciolsero confluendo nel nuovo Organismo. Fra esse, la Federazione Nazionale Combattenti Repubblicani (F.N.C.R.), che già aveva adottato come distintivo per i propri iscritti l’aquila ad ali spiegate con capo lievemente inclinato a sinistra, affacciata e posata entro una corona di alloro, dalla quale pendono i margini di due nastri; il tutto in metallo bianco.

Tale segno fu recepito dalla nuova Unione, che, tuttavia, per marcare la propria identità, aggiunse sotto la corona, entro il limite dei due nastri, un cartiglio romano di smalto nero, dal quale emerge, in metallo bianco, la dicitura “U.N.C.R.S.I.”, senza trattino.

Quando, più oltre, quanti, pur non avendo militato nelle FF.AA. della R.S.I., ne condividevano e ne condividono gli ideali ed i valori furono statutariamente accolti nelle fila dell’U.N.C.-R.S.I. come Iscritti per la Continuità Ideale, si rese necessario disporre di un nuovo distintivo che, da un lato, segnalasse il diverso status fra i soci Combattenti ed i nuovi scritti e, dall’altro, fornisse a questi ultimi un adeguato segno identitario. Fu così adottato un secondo modello di aquila con cartiglio romano recante la dicitura “CONTINUITA’ IDEALE”, disposta su due righe.

Tanto sommariamente si evince anche da SPARACINO F., Distintivi e Medaglie della R.S.I. 1943-45, della Legione SS Italiana, dei Veterani della R.S.I., volume II, E.M.I., Milano, 1994, pp. 105-6, ove compaiono  i distintivi della F.N.C.R., dell’U.N.C.-R.S.I. – Combattenti (con cartiglio in smalto nero) e degli Iscritti per la Continuità Ideale (con cartiglio in metallo bianco, non smaltato).

In verità, la vicenda dei distintivi dell’Unione appare decisamente più complessa a cominciare dal fatto che il citato cartiglio “U.N.C.R.S.I.”, dopo qualche tempo, scomparve, forse perché, consolidatasi la nuova associazione unitaria veniva meno la necessità di distinguersi dalla pregressa F.N.C.R.. Così, l’originario distintivo di quest’ultima, privo di cartiglio e scritta, divenne, di lì in poi, il simbolo stesso dell’U.N.C.-R.S.I..

Ciò detto, chi scrive, per averne avuta diretta esperienza dal materiale nel tempo gestito dall’Unione, può riferire, senza pretesa di esaustività, della quantità di varianti prodotte ed utilizzate, come di seguito:

  1. distintivo Combattenti, di metallo bianco, con cartiglio di smalto nero e dicitura “U.N.C.R.S.I.” in metallo bianco; fermaglio da asola, privo di marcature; probabilmente prodotto dalla ditta s.r.a.l. Picchiani e Barlacchi di Firenze;
  2. distintivo Combattenti, di metallo bianco, con cartiglio di smalto nero e dicitura “U.N.C.R.S.I.” in metallo bianco; fermaglio con spilla e morsetto, privo di marcature; probabilmente prodotto dalla ditta s.r.a.l. Picchiani e Barlacchi di Firenze;
  3. distintivo Combattenti, di metallo bianco, senza cartiglio; fermaglio da asola, privo di marcature; probabilmente prodotto dalla ditta s.r.a.l. Picchiani e Barlacchi di Firenze;
  4. distintivo Combattenti, di metallo bianco, senza cartiglio; fermaglio con spilla e morsetto; privo di marcature; reperito in finitura patinata o satinata; prodotto dalla ditta Coinart s.r.l. di Firenze;
  5. distintivo Continuità Ideale, di metallo bianco, con cartiglio grande di smalto nero e dicitura “CONTINUITA’ IDEALE” in metallo bianco; fermaglio da asola, con marcatura “s.a.r.l. Picchiani e Barlacchi Firenze”;
  6. distintivo Continuità Ideale, di metallo bianco, con cartiglio grande di smalto nero e dicitura “CONTINUITA’ IDEALE” in metallo bianco; fermaglio con spilla e morsetto; privo di marcature; probabilmente prodotto dalla ditta s.r.a.l. Picchiani e Barlacchi di Firenze;
  7. distintivo Continuità Ideale, di metallo bianco, con cartiglio piccolo e dicitura “CONTINUITA’ IDEALE”, tutto in metallo bianco non smaltato; fermaglio con spilla e morsetto; privo di marcature; reperito in finitura patinata o satinata; prodotto dalla ditta Coinart s.r.l. di Firenze.

Ora, fermo restando che, nel tempo, i distintivi hanno sempre utilizzato gli elementi dell’aquila, della corona e del cartiglio, in forme e proporzioni pressochè identiche, si consideri che:

  • in tutti i modelli e sotto tutti i produttori, l’aquila misura sempre mm. 23 x mm. 19,5;
  • idem, il cartiglio smaltato “U.N.C.R.S.I.” misura mm. 16,5 x mm. 4,5;
  • idem, il cartiglio smaltato “CONTINUITA’ IDEALE” misura mm. 21 x mm. 7;
  • idem, il cartiglio non smaltato “CONTINUITA’ IDEALE” misura mm. 17 x mm. 7;
  • le corone della ditta Picchiani e Barlacchi presentano costantemente nastri corti; quelle della ditta Coinart nastri più lunghi.

Come nel caso delle medaglie coniate per conto dell’U.N.C.-R.S.I. e, pur considerando tutte le varianti di distintivi sopra evidenziate, le quali lasciano presumere almeno altrettante commesse, in difetto di più precisa documentazione, è impossibile indicare con assoluta certezza le singole ditte produttrici, il numero e l’entità di tutti gli ordinativi succedutisi nel tempo e, di conseguenza, totali e sub-totali delle rispettive produzioni.

Tutto ciò, peraltro, considerando che le richieste di attestati e decorazioni, comunque documentabili nell’ordine di diverse migliaia, quasi sempre coincidevano con l’iscrizione al sodalizio e che anche una sommaria disamina dell’archivio soci concorda nella ricorrenza di migliaia di iscritti tanto in complesso quanto in unità di tempo. Peraltro, anche ammettendo che non tutti gli iscritti si siano muniti di distintivo, l’entità degli ordinativi e delle produzioni deve pur sempre conteggiarsi in tali ordini di grandezza.

Ancora, in tempi più recenti, l’U.N.C.-R.S.I. ha commissionato, alla ditta Coinart s.r.l. di Firenze, un numero imprecisato di riproduzioni del classico gladio da bavero adottato dalla R.S.I. quale segno di dignità militare in luogo della stelletta di ascendenza regia.

Talora erroneamente scambiato da taluno per vero e proprio distintivo dell’Unione, questo oggetto, di alto valore simbolico per tutti i Combattenti, che spesso lo hanno appuntato con orgoglio su abiti e berretti, accanto ai predetti distintivi, non ha mai avuto tale ruolo, essendo stato sempre distribuito e trattato come mero ricordo.

Esso, con finitura bronzo patinato, consiste di un gladio lungo mm. 32,5, recante sull’elsa la dicitura “ITALIA” e posato su un serto di foglie di quercia di mm. 26 di diametro. Il tutto per un spessore di mm. 2-2,5. Sul retro, privo di marcature, è predisposto un fermaglio con spilla di sicurezza.

 

 

 

 

 

I NOSTRI LUTTI: MARCELLO LAMA

MARCELLO LAMACOMUNICATO DEL 20 LUGLIO 2016

di Antonio Tombesi

II giorno 28 giugno 2016  l’Alpino Marcello Lama è partito per il Suo ultimo viaggio per raggiungere i commilitoni del Battaglione Alpini Guastatori “Valanga” della X Flottiglia MAS.

Marcello Lama era nato a Faenza il 25 agosto 1926. Malgrado la giovane età, l’8 settembre 1943 ottiene l’arruolamento nelle “Fiamme Bianche” e va in addestramento in Valdastico.  Successivamente  presta servizio militare a Milano, che, a sua richiesta, lascia ben presto per la X Flottiqlia  MAS.

Nell’agosto 1944 si trova a, Vittorio Veneto inquadrato nel Battaglione Guastatori
Alpini “Valanga” della X. Flottiglia Mas, che, agli ordini del Comandante Morelli, è impegnato in operazioni in Trentino e nel Veneto: particolarmente in Carnia contro formazioni garibaldine e osovane, nel Goriziano contro il IX Corpus Titino.

Poi a Bassano del Grappa la resa e la prigionia, prima al campo di concentramento di Coltano, poi a Cesenatico.

Nel dopoguerra, affermatosi nella vita civile, è sempre presente nelle varie associazioni di ex-combattenti della R.S.I., dove ricopre ruoli’ di responsabilità quale Vicepresidente sia dell’Associazione Alpina Guastatori “Valanga”, dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS e dell’Unione Nazionale Combattenti della R.S.I.

CAMERATA MARCELLO LAMA :  PRESENTE!

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AJMONE FINESTRA (1921 – 2012)

Ajmone Finestra nacque a Todi (PG), ma ben presto si trasferì con la famiglia nell’Agro Pontino. Fu allievo dell’Accademia di Educazione Fisica della Farnesina.

Volontario di guerra, Ufficiale del Btg: Bersaglieri “Zara” ha combattuto sul fronte balcanico (1941-1943) al comando di una compagnia anticomunista di un battaglione d’assalto ortodosso (i c.d. cetnici).

Dopo 18 settembre 1943, ribellatosi alla “resa incondizionata” dell’Italia agli anglo-americani, ha continuato a combattere contro gli slavi comunisti di Tito in un reparto di Arditi, composto esclusivamente da volontari universitari.

Nel dicembre 1943 il reparto, trasferito prima a Trieste e poi a Padova, fu inquadrato quale 4A Compagnia del 2° Battaglione d’Assalto” Venezia Giulia”.

Inizialmente impegnato sul fronte Adriatico in azioni di pattugliamento, polizia e riserva mobile per la difesa costiera, nell’agosto 1944, il “Venezia Giulia” entrò a far parte della costituenda Divisione “Etna” della G.N.R. ed avviato nella zona della Val d’Ossola, con lo scopo di sbarrare il passo, dalla Valle Toce al Lago Maggiore, alle divisioni partigiane autonome e comuniste particolarmente attive. La 4A Compagnia, al comando di Finestra, prese posizione prima a Gravellona Toce e poi a Fondo Toce.

Nell’ottobre 1943 il “Venezia Giulia”, unitamente ad altri reparti della RSI, partecipò alla liberazione dell’Ossola dalla effimera Repubblica Ossolana.

E veniamo all’ultimo atto. Nelle sue memorie Ajmone Finestra racconta che il 23 aprile 1945 il Comando del “Venezia Giulia” riceve l’ordine di ripiegare su Intra, previo concentramento dei vari presidi a Baveno. Forti bande partigiane presenti in zona sono decise a precludere al “Venezia Giulia” ogni via di ritirata. Al contrario gli “Arditi” di Finestra son ben decisi ad aprirsi un varco.

Più volte i partigiani offrono la resa, ma la risposta di Finestra è lapidaria: “Gli Arditi, nati per l’onore, non consegnano le armi ai volontari della resa!”.

Respinte le proposte di resa, a Baveno, si forma una colonna di circa 700 uomini – comprendente parte del “Venezia Giulia” e di altri reparti sbandatisi (G.N.R, X MAS e BB.NN), nonché un centinaio di militari germanici – ben decisa ad aprirsi un varco. In avanguardia della colonna è il “Venezia Giulia”, preceduto dagli esploratori e da un carro armato. Il comando operativo è assunto dal Tenente Finestra.

Il 25 aprile viene attaccata Stresa, aprendo così la strada per Belgirate e Meina. La radio partigiana, che segue gli spostamenti del reparto, l’apostrofa come la “famigerata colonna Stamm/Finestra”, da distruggere.

Il 27 aprile al Mottarone, nei pressi della statua di San Carlo, si combatte un’aspra battaglia, ma i partigiani, sorprese ed accerchiati, cedono. Si punta allora su Arona e poi su Sesto Calende dove il ponte rotto impedisce di traghettare in Lombardia.

Il movimento in avanti procede lungo la Statale n. 33, si occupa Castelletto Ticino, le cui case sono disabitate ed è possibile avere, a turno, un po’ di riposo.

Il 29 aprile si presenta una Commissione di parlamentari, composta da partigiani, dal Vescovo di Novara e da un ufficiale americano delle O.O.S. Dopo trattative si concorda infine una tregua che consentirà alla colonna in armi di raggiungere Novara, dove i 152
partigiani prigionieri saranno restituiti ed i feriti ricoverati nell’Ospedale.

Il 30 aprile ha inizio la marcia verso Novara. In testa il carro armato e il “Venezia Giulia”. I partigiani osservano in silenzio rispettoso il passaggio dei Reparti. Alle porte di Novara viene inalberata sul carro armato lo Stendardo di Guerra del “Venezia Glulia”. La bandiera repubblicana garrisce in segno di sfida sulla Torretta. La folla di popolo, composta ed urlante, si placa. Anche i partigiani salutano con corretta lealtà lo Stendardo. Il  reparto si sistema quindi a difesa nella Caserma “Cavalli”.

Il 3 maggio 1945 avviene la resa delle armi alla 34° Divisione Nordamericana “Toro”. Dinanzi allo schieramento degli Arditi si porta un maggiore americano che pronuncia questa frase: “Voi siete i degni fratelli dei combattenti d’Africa“. La guerra del “Venezia Giulia” è conclusa.

Per Ajmone Finestra c’è il campo di concentramento a Coltano,  la fuga, la prigionia, il processo politico dinanzi alla Corte d’Assise di Novara con la richiesta di condanna a morte per collaborazionismo militare avanzata dal P.M. Scalfaro, condanna non erogata per la concessione delle attenuanti perché ritenuto ufficiale leale e valoroso, come testimoniato, in udienza, dal suo Comandante di Reggimento.

Nel dopoguerra aderisce subito al Movimento Sociale Italiano, di cui diviene Segretario Federale di Littoria.  Componente della Direzione Nazionale e del Comitato Centrale. Consigliere Regionale del Lazio e Senatore della Repubblica in due legislature, Sindaco di Latina dal 1993 al 2002.

Dal 2004 alla data della morte, avvenuta il 26 aprile 2012, è stato Presidente Nazionale dei Combattenti della R.S.I..

Comandante Ajmone  Finestra non Ti dimenticheremo mai!

UNC – RSI – LA STORIA

  1. ATTO DI NASCITA   – A cura di Antonio Tombesi

Il 17 dicembre 1961 ebbe luogo in Roma una Assemblea di ex-combattenti della R.S.I. con la presenza di numerosi dirigenti di Gruppi dirigenti di Associazioni di ex-combattenti già esistenti, nonché di alcune delle più alte cariche militari della R.S.I.

L’Assemblea – presieduta dal Gen. Carloni, Comandante della Divisione Monterosa – approvò un ordine del giorno diretto alla costituzione – al di fuori e al di sopra di ogni corrente particolaristica – di un nuovo Organismo combattentistico.

Venne nominato un apposito Comitato promotore con il compito di predisporre tutti gli atti necessari per la costituenda Associazione Nazionale Combattenti della R.S.I.

A far parte del suddetto Comitato Promotore vennero chiamati, per il Gruppo M.O. V.M.: il Gen. Amoroso in rappresentanza dei prigionieri di guerra non cooperatori, il Col. Gemelli per la Marina Repubblicana e il Ten. Tognoloni per l’Esercito Repubblicano.

Per il Capo di S.M. dell’Esercito Repubblicano il Gen. Mischi e il Gen. Scala; per il Comando della G.N.R. il Gen. Matranga; i Comandanti delle Grandi Unità della R.S.I.: il Gen. Carloni per la Divisione Monterosa, il Gen. Manardi per la Divisione Italia, il Gen. Lusana per la Divisione Corazzata “M”, il Col. Filocomo per la Divisione Littorio, il Col. Languasco Comandante la “Cacciatori degli Appennini”, il Col. Bassani Comandante la Scuola Allievi Ufficiali della G.N.R., il Col. Vossilla per l’Aeronautica Repubblicana, l’Avv. Cattaneo per il Comando BB.NN.

Successivamente in Roma, con atto Notaio Papa del 19 maggio 1962, venne ufficialmente costituita la Unione Nazionale Combattenti della R.S.I., finalizzata di attuare – in uno spirito di alta armonia e di ideale fraternità fra tutti i Combattenti della R.S.I – le finalità statutarie ed in particolare:

  • Tutelare i valori morali e spirituali della R.S.I.;
  • Documentare e rivendicare sul piano storico l’azione della R.S.I.;
  • Mantenere vivo e imperituro il ricordo dei Camerati Caduti.

Nell’atto costitutivo fu trascritto: Presidente Onorario “ad memoriam” è il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani.

L’iscrizione all’ UNC-RSI quali “Soci d’Onore” venne riservata ai Caduti e Dispersi della R.S.I..

“Soci Ordinari” tutti i militari, i militarizzati e comunque assimilati alle Forze Armate della R.S.I., nonché ai militari non cooperatori aderenti agli ideali della R.S.I..

Gli Organi Centrali del nuovo Organismo vennero definiti come segue:

  • Presidenza
  • Congresso Nazionale
  • Consulta Nazionale.

Nell’attesa della celebrazione del primo Congresso Nazionale, vennero nominati i componenti provvisori degli altri Organi.

Presidente Nazionale venne nominato la Medaglia d’Oro v.m. Col. Bruno Gemelli, coadiuvato da due Vicepresidenti: il Gen. Alessandro Scala e il Comandante Vincenzo Costa.

Seguì l’adesione spontanea della quasi totalità di Gruppi provinciali e Sezioni da tempo autonome dalle varie Federazioni esistenti.

Di particolare significato l’adesione della F.N.C.R.S.I, presieduta dalla M.O. v.m. Valerio Borghese, la quale, in sede di Congresso Nazionale, tenutosi il 21 ottobre 1963, ebbe a votare il proprio scioglimento e la contestuale adesione di tutti i Gruppi Provinciali alla UNC-RSI.

Sempre nell’ottobre 1963 ebbe luogo il 1° Congresso Provinciale della Federazionedi Milano della UNC-RSI che – udita la relazione del Comandante Vincenzo Costa, Vicepresidente della UNC-RSI, in relazione all’unificazione ed alla ripresa associativa – l’approvava incondizionatamente, nominando altresì i delegati al primo Congresso Nazionale.

Nel gennaio 1963, infine, prendeva avvio “Continuità Ideale”, l’Organo Ufficiale della U.N.C.-R.S.I.

(Continua…)

NOTIZIARIO N°2/2016

Notiziario n. 2/2016


C.S.M.R.S.I. CENTRO STUDI MILITARI E TESTIMONIANZE – R.S.I  “Aymone Finestra”

Fedele al proprio statuto, l’ U.N.C.R.S.I ha realizzato in Roma Capitale un Centro Studi e Testimonianze sulle Forze Armate della R.S.I..

Un Museo che raccoglie il proprio patrimonio librario e documentale, le bandiere recuperate ed altri cimeli e reperti avuti in dono.

Un archivio storico concepito come luogo di memoria per mantenere vivo il ricordo delle migliaia di giovani e giovanissimi, uomini e donne che, per l’Onore d’Italia, volontariamente si arruolarono nei reparti in armi della R.S.I.. Per non dimenticare!

IL CENTRO È UBICATO NELL’AMBITO DELLA “FONDAZIONE UGO SPIRITO E ENZO DE FELICE” IN ROMA – PIAZZA DELLE MUSE, 25.

Nell’attesa della formale inaugurazione, si è dato inizio ad un programma provvisorio di visite guidate, con obbligo di prenotazione, fissato per il primo sabato di ogni mese.

Pertanto il prossimo calendario 2016 è il seguente:

  • Sabato 7 maggio
  • Sabato 4 giugno
  • Sabato 2 luglio
  • Sabato 3 settembre
  • Sabato 1 ottobre
  • Sabato 5 novembre

Per ogni sabato, l’appuntamento per la visita guidata è fissato per le 10,30 (tolleranza 15 minuti) dinanzi al cancello d’ingresso del comprensorio di Piazza delle Muse, 25.

La prenotazione obbligatoria va effettuata entro il venerdì precedente al numero
telefonico 06/87139672.

NOTIZIARIO N°1/2016

Notiziario n. 1/2016

Cari Camerati,

a Voi, che nelle avversità avete tenuto sempre viva la fiamma ed avete atteso un nostro cenno ed a quegli altri, i nemici, che, ancora una volta, hanno sperato che questo lungo silenzio fosse quello della morte e della fine, diciamo, con orgoglio: SIAMO SEMPRE QUI!

Noi tutti, combattenti per la continuità ideale custodi di un’idea che non tramonta. Noi tutti, alfieri di quella bandiera che non deve cadere e che ognuno di noi deve raccogliere e levare alta, sentiamo forte il fermo richiamo dei Combattenti e dei Caduti che ci hanno preceduto e, tuttora, ci indicano la direzione di marcia.

Certamente nei decenni passati, quando il peso degli anni era ben più leggero ed un più attivo entusiasmo ci sosteneva, per la nostra Unione, forte di centinaia, migliaia di iscritti,
ogni energia era disponibile ed ogni iniziativa pareva possibile.

In questi ultimi anni, invece, nei quali l’esiguità delle risorse raffredda ogni progetto e l’anagrafe riscuote il suo triste tributo, si fa ogni giorno più vivo ed urgente il bisogno di custodire il nostro passato, a beneficio delle future generazioni. Di qui l’intuizione di realizzare finalmente in Roma il nostro Centro Studi e Testimonianze sui Combattenti della R.S.I..

Per il vero, sin dall’origine, lo Statuto dell’Unione aveva saggiamente previsto l’opportunità di raccogliere memorie e testimonianze dai Combattenti della R.S.I. per formarne un museo per tutti gli italiani.

Allo scopo il nostro ultimo Presidente, il Sen. Finestra, aveva anche avviato la costituzione di una fondazione che, avrebbe dovuto adunare e custodire documenti e cimeli nel frattempo raccolti. L’iniziativa, nata sotto i migliori auspici e favorita dalla apparente disponibilità del Comune di Latina, si è rivelata nel tempo una strada infruttuosa e priva di
sviluppo.

Conseguentemente, pur tra mille difficoltà, l’Unione ha recuperato il suo patrimonio librario e tutti i reperti che le erano stati donati e cercato una nuova sistemazione.

Recentemente la “Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice” – l’unica istituzione che mostrato disponibilità e considerazione per il nostro passato – ci ha dato ospitalità e ci ha permesso di collocare dignitosamente tutto il nostro materiale, museale cartaceo e virtuale.

Abbiamo, quindi, riaperto una nostra sede e collocato bandiere, cimeli, libri e documenti in locali idonei ed adeguati al nostro Centro, che abbiamo intitolato al sen, Aymone Finestra, combattente della R.S.I. ed ultimo presidente dell’U.N.C.-R.S.I., in memoria sua e di tutte le energie da lui profuse per mantenere vivo il nostro glorioso passato.

A tutti i Combattenti, ai soci per la Continuità ideale ed a quanti ai simpatizzanti ed amici hanno a cuore la verità storica, rivolgiamo l’invito a visitare la nuova sede e la raccolta di testimonianze qui depositate.

Quanti, poi, constatata la serietà della nostra scelta, riterranno di sostenerla in concreto e, perciò, vorranno conferire cimeli e memorie, avranno l’occasione di moltiplicare un patrimonio storico che è imperativo conservare e tramandare, mutando questo nostro nucleo iniziale da piccolo seme quale é in robusto e rigoglioso albero.

Segnalazione editoriale

Per le Edizioni SETTIMO SIGILLO è stato pubblicato il volume “Gli esuli in Patria” di M.Renzetti e N.Caciolo. E’ la storia vera dell’eccidio di Rovetta, dove 43 giovanissimi militi della Legione “Tagliamento”, il 28 aprile 1945, vennero trucidati dai partigiani, storia scritta da due superstiti miracolosamente scampati.

Per l’acquisto rivolgersi alla Europeo Editrice Libraria di E.Cipriano – Roma (tel.06.39722166) citando la presente segnalazione.

Tesseramento 2016

Richiamando la normativa vigente dal 2013, si trasmette il bollino 2016 precisando che nulla è dovuto a titolo di quota associativa. Ovviamente è sempre gradito da parte dei soci e simpatizzanti il versamento di “contributi volontari”. Ognuno – con la convinzione di contribuire a mantenere efficiente la nostra Unione, impegnata a svolgere continua e fattiva azione tesa a rinsaldare il nostro cameratismo e la nostra Fede, apporti il proprio contributo.  Chi vuole dia ! Chi può dia !